Domande tratte da Nicola -Castellano, “Prima prova”(Petrini)

1 Comprensione complessiva

1.1 Esaminate la struttura del componimento.

Quali immagini animano la prima strofa?

La  prima strofa del componimento (vv. 1-16) è dominata dalla descrizione del passero solitario, che dà il titolo alla lirica: l’aggettivo “solitario” anticipa quella che è una caratteristica connaturata all’animale e, come si vedrà in seguito, comune anche al poeta. L’immagine del passero che dalla torre antica del borgo canta rivolto verso la campagna, fino al tramonto, inondando la valle con l’armonia del suo canto, si lega con quella della primavera intorno; l’aria primaverile, i campi pieni di fiori, i greggi che belano e gli armenti sono altrettante immagini della natura che si rinnova e produce nel cuore gioia e tenerezza.In tale atmosfera anche gli uccelli, tutti insieme nel cielo, fanno mille voli come per festeggiare il tempo per loro più bello, la primavera, appunto. Solo il passero, da parte, osserva il tutto senza partecipare ai divertimenti dei suoi simili, trascorrendo solitario il tempo primaverile e insieme la sua giovinezza.

Quali riflessioni e concetti prevalgono nella seconda?

All’inizio della seconda strofa il poeta , con un’espressione di rammarico, introduce  il parallelismo tra la vita del passero e la propria: Ohimé, quanto somiglia al tuo costume il mio! Anche Leopardi trascorre la primavera della sua vita, la sua giovinezza, in disparte, senza partecipare alla festa del borgo, quando la gioventù del luogo tutta vestita a festa, mentre il suono delle campane annuncia la festa, si spande intorno e si compiace di ammirare e di essere ammirata; è allora che  il poeta si avvia solitario verso una remota parte della campagna, là dove il sole tramonta e sembra voler dire che la beata gioventù viene meno.

A quali conclusioni perviene il poeta nella terza strofa?

Nell’ultima strofa il parallelismo tra il passero e il poeta si ripropone nuovamente, ma in termini di opposizione: se la solitudine dell’animale è dovuta ad un dato di natura,risponde dunque ad un istinto, il poeta, se non potrà evitare la vecchiaia, si volgerà indietro e si pentirà amaramente per non aver vissuto appieno le gioie della giovinezza.

1.2 Cogliete il rapporto tra il paesaggio e il tema della lirica

La lirica ha inizio con la descrizione di un paesaggio primaverile festoso e pieno di vita, anche se da subito si insinua un elemento malinconico: l’immagine del passero che in disparte osserva il volo degli altri uccelli, senza partecipare al loro tripudio di voli, il tutto sottolineato, a livello stilistico, dall’anafora non…non dei v v. 13 e 14. Pian piano il paesaggio esterno, dunque, diviene paesaggio dell’anima e il sole che tramonta allude alla fine della giovinezza, primavera della vita e al tramonto delle speranze giovanili, irrimediabilmente deluse.

2 Analisi del testo

2.1 Esaminando la lirica sul piano metrico-strutturale, soffermatevi, in particolare, sul valore degli enjambement e delle rime.

Dal punto di vista metrico-strutturale, il componimento è una canzone libera, costituita da strofe di lunghezza diversa e dall’uso libero della rima; frequente, inoltre, è l’uso dell’ enjambement, che, rinviando il discorso al verso successivo, dilata il ritmo e contribuisce a sottolineare alcune immagini e riflessioni, di particolare rilievo nella lirica. Ai vv. 5 e 6, ad esempio, l’enjambement sottolinea e dà risalto all’immagine della primavera, mentre ai vv. 38 e 39 , tale figura ribadisce il tema della solitudine del poeta, e ancora ai vv. 45-49 rileva  la differenza fra Leopardi e il passero.

2.2 Quali caratteri particolari rivela il linguaggio del poeta in questa lirica?  E’ riscontrabile una contiguità espressiva con altre composizioni leopardiane?

Nella lirica ricorrono suoni e parole che evocano il vago e l’indefinito, da cui nasce appunto il piacere in poesia: intanto nella prima strofa la folta presenza della vocale a (AnticA, pAssero, solitArio; AllA cAmpAgnA;cAntAndo,vAi) e l’allitterazione di termini contenenti la sillaba CA (antiCa,CAmpagna;CAntando;CAmpi;CH’A) sottolineano l’espandersi del canto (teoria del suono). Anche il lessico contribuisce a rendere l’idea di vago ed indefinito, attraverso l’uso di parole poetiche come solitario,rimota, lontani e di verbi come mirare, errare,cantare. Infine, nell’ultima strofa il linguaggio si fa più aspro , in particolare nei versi dedicati alla vecchiaia, in cui numerosi sono i termini con acezione negativa: impetro, detestata, noioso, tetro, sconsolato.

3 Riflessioni conclusive

3.1 Esaminate il valore dei canti come composizioni portatrici di messaggi non solo personali.

Da Nicola -Castellano, “Prima prova”(Petrini)

<<Tutta la profondità del pensiero di Leopardi è racchiusa nei suoi componimenti poetici che egli considerò come unico conforto al dolore dell’esistenza e che, nella loro edizione, chiamò Canti. Non si tratta soltanto di dolenti effusioni delle sue personali sofferenze, ma di voci di valore universale perennemente attuali perché portatrici degli interrogativi esistenziali che ogni uomo si pone, sempre ed ovunque , sul senso della vita e della morte. Le poesie leopardiane non descrivono, non raccontano, ma, come un canto, esprimono le emozioni dell’anima, le ansie di chi, pur nel vuoto esistenziale reso manifesto dalla ragione, non rinuncia a sperare, ad amare, a protendersi comunque verso la vita per riscattarsi dal nulla. E sebbene l’attesa risulti puntualmente  delusa, il pessimismo che ne scaturisce non è mai arrendersi , bensì un punto di partenza per scoprire la grandezza e la dignità dell’uomo che coraggiosamente accetta il destino che gli è stato dato in sorte>>.

Lascia un commento

In voga